Le figurine dei maestri artigiani lucchesi
Il settore ha avuto un illustre antenato nei “figurinai” tipici della nostra zona che hanno esportato l’arte di “fare le figurine”, le famose statuine prima di stucco, poi di gesso e più vicino a noi, di plastica, in tutto il mondo. Sono stati i lucchesi i primi e i più bravi a farla diventare una produzione in serie. Imparata l’arte da alcuni conventi come quelli di S. Domenico e di S. Giorgio che già la praticavano, i maestri artigiani della Media Valle e Garfagnana, e soprattutto di Coreglia, Bagni di Lucca e Barga, acquisirono una tale maestria, che si sparsero in tutto il mondo, un’attività nata come lavoro stagionale per equilibrare il bilancio familiare ancora legato alla terra. E i figurinai lucchesi erano facilmente individuabili ovunque andassero, con il loro caratteristico cesto o prima ancora con la tavola porta figurine sulla testa. Il gesso costava poco e permetteva una lavorazione facile ma per l’acquisizione del mestiere occorrevano anni e di solito “l’apprendistato” cominciava da ragazzi ingaggiati nelle “Compagnie di figurinisti” che giravano per l’Europa. I soggetti inizialmente, riguardavano i personaggi più conosciuti e amati, come i santi, i principi e gli imperatori. Una vendita porta a porta, per le vie delle città, che ai più bravi regalò il benessere ma che a tanti lasciò solo pochi risparmi e tante sofferenze. Tra i privilegiati ci fu il coreglino Carlo Vanni, diventato ambasciatore italiano in Austria e poi mecenate tra i suoi concittadini. Tanti sono gli aneddoti costruiti attorno ai figurinai lucchesi come la storia di Cristoforo Colombo che, appena approdato in America, scoprì di essere arrivato secondo quando fu avvicinato da un giovane figurinaio lucchese che tentava di vendergli la sua statuina oppure del grande maestro Puccini che, recatosi a Londra per la “prima” di una sua opera, scorgendo lungo il Tamigi, un ragazzo spaurito che vendeva quelle statuine lo apostrofò “O bischero!...”, sentendosi rispondere immediatamente “Pà”, dopo averne riconosciuto la provenienza dall’accento. Oggi, la tradizione dei figurinai lucchesi prosegue a Bagni di Lucca con aziende molto conosciute che l’hanno trasformata in una produzione in serie dei personaggi del presepe, in particolare quelli a dimensione umana, ed anche di altri soggetti, per un’attività che nel tempo si è evoluta fino a trasformarsi, dagli anni sessanta, nella produzione di statuine di plastica, diretta principalmente all’estero.
Ma il settore ha avuto, per diversi decenni, anche un’altra eccellenza con la ditta di produzione di caschi, Bieffe, prima che l’acquisizione e l’assorbimento da parte di un’azienda straniera, ne conservasse solo il marchio (Bieffe-Bell), trasferendone, però, la produzione all’estero e lasciando che a ricordare questa azienda fossero le foto, ormai ingiallite, dei tempi d’oro. L’azienda, infatti, era ormai diventata un punto di riferimento mondiale e i suoi caschi avevano,come testimonial d’eccezione, i maggiori piloti della formula uno e del motociclismo. Ma tutto questo non è bastato, però, a conservarla sul territorio provinciale. Di altro genere, anche se sempre dello stesso settore, lo sviluppo avuto da diverse aziende che, nel corso dei decenni, hanno acquisito una posizione di leadership per quanto riguarda gli arredamenti per bagno.
Il settore della gomma, invece, ha avuto un notevole sviluppo nell’ambito delle calzature e dei copertoni per cicli e moto, grazie al successo avuto dall’azienda “Apice” di Bozzano che, per consistenza produttiva e numero di occupati, fu tra le prime in Italia a introdurre la scarpa di gomma, partendo dall’iniziale produzione di stivali. Fu poi la seconda guerra mondiale e il successivo periodo post-bellico, a costringerla a riconvertirsi e a produrre copertoni per bici e moto, non essendo disponibile la gomma di prima scelta, e riuscendo solo a riciclare gomma già utilizzata per altri scopi.